L’estate sta finendo e … Natale è dietro l’angolo! Sembra triste, ma se la ripresa appare lenta, il tempo corre più veloce di quanto si pensi e in men che non si dica ci troveremo a ridosso della fatidica scadenza del 5 dicembre, quella della seconda diagnosi energetica. Dunque, fatto il pieno di energia durante le ferie, siamo pronti a riprendere insieme ai nostri clienti i lavori per le diagnosi già avviate, ma soprattutto a supportare chi deve ancora iniziare.
Riepiloghiamo, innanzitutto, gli aspetti fondamentali della diagnosi energetica per l’anno 2019, mettendo in evidenza i cambiamenti rispetto a quella del 2015.
Aspetti fondamentali della diagnosi 2019
Sono tre gli aspetti su cui vogliamo richiamare la vostra attenzione:
Differenze tra la diagnosi del 2015 e quella del 2019
La differenza sostanziale tra la diagnosi del 2015 e quella del 2019 è che per la seconda scadenza dovrà essere installato un sistema di monitoraggio dell’energia o perlomeno essere stata avviata una adeguata campagna di misura per valutare i consumi ed effettuare le ripartizioni di questi secondo le aree di interesse, tipiche di ciascun settore. L’obiettivo della norma è ridurre le condizioni stimate e quindi i margini di errore, creando così un modello energetico sempre più preciso e in grado di eseguire proiezioni di consumo che valutano correttamente le azioni di miglioramento, che verranno suggerite in sede di diagnosi.
Ricordiamo come le misurazioni dei consumi siano il punto di partenza per avviare un percorso di efficientamento energetico. Grazie all’analisi di dati reali infatti è possibile individuare e valutare in maniera più accurata gli interventi di efficientamento energetico.
La seconda diagnosi energetica, in scadenza il 5 dicembre, aiuterà dunque le aziende a definire in maniera più meticolosa un percorso virtuoso per ottenere risparmi energetici, ridurre i consumi e diminuire le spese.
Cosa fare per arrivare preparati alla scadenza del 5 dicembre
La situazione ottimale è avere già installato un sistema di monitoraggio e misura da più di un anno.
In caso contrario, si può rimediare? Sì! Affrettandosi a installarlo velocemente nelle prossime settimane e proiettando i consumi su base annuale (per taluni settori) oppure, come estrema ratio, si potrebbero attivare misure temporanee e rilevare nello specifico capitolo della Diagnosi la condizione esistente e quindi l’impegno a integrarenel 2020 ilsistema di monitoraggio. L’investimento, dunque, per dotarsi di questi sistemi di monitoraggio è uno sforzo che dovrà essere comunque fatto nei prossimi mesi. Il nostro consiglio è di non rinviare l’installazione del sistema di monitoraggio, perché il risparmio finanziario sarebbe solo apparente, perdendo i benefici economici immediati che l’energy management permette di consolidare velocemente e di iscrivere a conto economico.
Dato che le diagnosi devono essere presentate e svolte da una ESCo o da un EGE, suggeriamo di rivolgersi con fiducia alle aziende ESCo, come CO2save, che operano in questo ambito per valutare la vostra situazione e i sistemi di monitoraggio, impiegando la professionalità dei nostri EGE per usare le diagnosi al fine di trovare le aree di efficientamento e portare a casa i migliori risultati.
Abbiamo già avuto l’occasione di condividere nell’intervista al nostro esperto EGE quanto l’obbligo imposto dalla Legge 102/14 possa e debba essere visto come un’opportunità per il miglioramento continuo degli impianti, in un’ottica di sostenibilità energetica e ambientale. Infatti, grazie all’installazione di sistemi di monitoraggio, è possibile analizzare i dati e ricavarne spunti di miglioramento e di efficientamento dei vostri impianti, attivando i servizi di Energy Management con i nostri esperti.
Meglio, quindi, non tentennare: il 5 dicembre è dietro l’angolo!