Diagnosi energetiche 2019: botta e risposta con il nostro EGE

Diagnosi energetiche 2019: botta e risposta con il nostro EGE

Diagnosi energetiche 2019: botta e risposta con il nostro EGE

E’ appena trascorsa la scadenza del 31 marzo, ma non sono ancora finiti gli impegni per quest’anno.
Abbiamo l’occasione di fare il punto sulle diagnosi energetiche previste dalla Legge 102/14, insieme a Pier Luigi Govoni, Esperto in Gestione dell’Energia certificato secondo la norma UNI CEI 11339, cui abbiamo rivolto alcune domande per giungere preparati alla prossima scadenza di dicembre, prevista dalla Legge.

D. Sbagliamo o l’anno 2019 è un anno particolare per il tuo lavoro di EGE?
R. No, non sbagliate. C’è la fatidica scadenza del 5 dicembre, data ultima per presentare la nuova diagnosi energetica. Quindi, mi aspetto una corsa contro il tempo per supportare le aziende.

D. Perché parli di corsa contro il tempo?
R. Perché abbiamo in testa tutti la scadenza del 5 dicembre, ma il lavoro da svolgere per arrivare preparati per quella data è oneroso e non si possono aspettare gli ultimi mesi per attivarsi.

D. Ma, allora, se abbiamo capito bene, avrai un anno di fuoco?
R. Credo di sì, infatti, l’onda di lavoro è già iniziata…

D. Vuoi dire che le aziende virtuose hanno colto davvero l’importanza della 102?
R. Posso dire che chi ha fatto bene la diagnosi nel 2015 oggi ne sta raccogliendo i frutti, con benefici sull’ultima riga di bilancio di punti percentuali significativi, che in un momento come questo fanno sicuramente comodo. Inoltre, mai come in questi mesi, i consumatori testimoniano la loro preferenza verso le aziende sostenibili. Pensate alla recente manifestazione Friday for Future, promossa da Greta Thunberg nelle scorse settimane.

D. Ma quando incontri le aziende, trovi che ti capiscano?
R. Generalmente sì. Certo alcune hanno voluto in passato solo evitare le multe e non hanno colto l’opportunità, ma la maggior parte ha avviato un vero piano di miglioramento e mi dà soddisfazione vedere che sono state le aziende a contattarmi senza che le abbia dovute sollecitare.

D. Però nel 2015 non avevamo fatto tutto il necessario solo negli ultimi mesi, tra settembre e dicembre?
R. Vero, ma nel 2015 era possibile stimare i consumi. Oggi non è più possibile, bisogna effettuare delle campagne di misura per periodi ben definiti. Quindi, non ci si può ridurre all’ultimo momento.

D. Ma visto che si parte da una diagnosi già fatta, non dovrebbe essere tutto più semplice?
R. Certo, questo vale per il contesto impiantistico. Ma nel frattempo ci sono state evoluzioni e integrazioni degli impianti, che vanno considerate e poi, dal punto di vista dell’analisi, questa deve essere più approfondita nelle varie aree di consumo, utilizzando sistemi di monitoraggio, che 4 anni fa non era obbligatorio.

D. Quindi, la diagnosi del 2015 è servita a poco o niente, in realtà?
R. No, questo non è vero. E’ stata molto utile per realizzare le analisi dei consumi da modellazione e compiere i primi passi verso l’efficientamento. Forse è stata una diagnosi più essenziale, ma fondamentale per diffondere consapevolezza e abituare a considerare il costo energetico come una linea misurabile in azienda.

D. E adesso cosa cambia?
R. La diagnosi si dovrebbe basare sui dati misurati di tutto l’anno 2018. Proprio per cercare nuove azioni di miglioramento ENEA ha previsto l’obbligo della installazione di sistemi di monitoraggio, che ci permettono di ricercare ulteriori ambiti di efficientamento.

D. Sembra facile, allora. Ti colleghi ai sistemi di misura, scarichi i dati, li leggi e redigi la diagnosi?
R. Questo nelle favole! Sai quante aziende hanno un sistema di monitoraggio adeguato e installato nel 2018? Non più del 30-40%…

D. E quindi, saremo tutti soggetti a multe e sanzioni?
R. No, mi sento di rassicurarvi in questo senso. Ho partecipato a numerosi convegni, soprattutto tra noi professionisti, e abbiamo raccolto le nuove linee guida che ha rilasciato ENEA, l’Agenzia nazionale vigilata dal Ministero dello sviluppo economico. In vista di questa scadenza del 5 dicembre e dell’obbligo di monitoraggio, ha indirizzato il lavoro di noi EGE suggerendo criteri di base per il monitoraggio ed eventuali accorgimenti per le situazioni carenti.

D. Cioè?
R. La situazione ottimale è avere già installato un sistema di monitoraggio e misura da più di un anno. Sarebbe opportuno ed efficace almeno realizzarne uno nelle prossime settimane per avere misure stagionali da relazionare con i consumi stagionali dell’anno passato. E, se proprio non si riesce ad installare nulla, come estrema ratio, si potrebbero attivare misure temporanee e indicare nel testo della diagnosi l’impegno a dotarsi nel 2020 di un sistema di monitoraggio.

D. Ho capito, la solita Italia dove si rinvia tutto?
R. No, in realtà per la Legge 102/14 non c’è mai stata deroga. Anche 4 anni fa molti pensavano che non si sarebbe fatto nulla e non hanno agito di conseguenza e sono arrivate multe a raffica. Questo perché la Legge 102 impatta su aspetti fondamentali della vita di tutti: minori consumi equivalgono a minor inquinamento, aria più salubre, meno malattie, più sostenibilità e più competitività per le imprese. Inoltre, il fabbisogno energetico italiano è sempre in buona parte acquistato all’estero e ci sono obblighi internazionali, come il protocollo di Kyoto, che valgono per tutti, tranne tra i grandi USA e Cina.

D. Quindi, un’azienda che non interviene prima del 5 dicembre, dovrà comunque dotarsi del sistema di monitoraggio il prossimo anno?
R. Sì, è così, esatto. Quindi la spesa per dotarsi di questo sistema è un investimento che dovrà essere fatto. Perciò, meglio farlo quest’anno perché rimandare l’installazione di un sistema di monitoraggio in pratica vuol dire soltanto ritardare di goderne i benefici.

D. Cosa deve fare, allora, un Energy manager aziendale che magari si ritrova seduto su quella poltrona da poco e in un’azienda che non ha ancora fatto granché?
R. Rivolgersi con fiducia alle aziende ESCO che operano in questo ambito per valutare i sistemi di monitoraggio e utilizzare la professionalità di noi EGE per usare le diagnosi al fine di trovare le aree di efficientamento e portare a casa i risultati.

D. Tempi?
R. Prima si parte e prima abbiamo i dati per effettuare le diagnosi.

D. E chi non si muove per tempo?
R. Rischia di mettere in archivio delle diagnosi incomplete, pagandone il costo senza averne alcun beneficio. Un vero spreco!

D. Ma almeno avranno evitato le multe!
R. Mah… Ad oggi non ho notizia di multe per diagnosi incomplete, ma è anche vero che eravamo nel primo quadriennio in cui si era più indulgenti. In realtà la norma prevede sanzioni anche per diagnosi incomplete.
Non è un caso che quest’anno solo gli EGE certificati possano redigere le analisi e le relazioni.

D. Ma i sistemi di monitoraggio li installi tu?
R. No, è per questo che serve un partner specializzato in sistemi di monitoraggio e soprattutto in Energy management, come voi di CO2save. Infatti, conosco e collaboro con molte aziende fornitrici ma riconosco che sono poche quelle come CO2save che sanno installare, ma soprattutto analizzare i dati e ricavarne spunti di miglioramento. Il vostro ruolo è ancor più importante per le aziende che non hanno uno staff dedicato all’Energy management.

Allora buon lavoro, Pier Luigi! E alle aziende rinnoviamo il consiglio che più volte è stato indicato in questa intervista di dotarsi di sistemi di monitoraggio non solo per adempiere ad un obbligo di legge, ma per attivare il circolo virtuoso della sostenibilità delle vostre aziende.

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