Green Act: 10 idee del Cordinamento FREE al governo Renzi per promuovere la green economy in Italia

Green Act: 10 idee del Cordinamento FREE al governo Renzi per promuovere la green economy in Italia

 

Sono racchiuse in 10 punti le proposte che il Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), che riunisce circa 30 Associazioni ed Enti che operano nei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica per promuovere lo sviluppo di iniziative e progetti in questi ambiti, ha illustrato nei giorni scorsi al Governo per attuare il Green Act annunciato da Matteo Renzi.

Green Act: 10 idee del Cordinamento FREE al governo Renzi per promuovere la green economy in ItaliaLa Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima 2015 è un’occasione importante per l’Italia per delineare le strategie e le azioni necessarie per fare un salto di qualità nelle politiche energetiche e industriali. Per arrivare preparati a questo appuntamento europeo, il Coordinamento FREE ha delineato 10 proposte, che il presidente Gianni Silvestrini illustrerà anche al convegno di apertura di SolarExpo dell’8 aprile.

Ecco i 10 punti in cui il documento si articola:

1. Promuovere l’economia circolare
Occorre utilizzare le risorse in modo sempre più efficiente, favorendo il recupero e il riuso dei materiali impiegati nelle lavorazioni, partendo già dalla progettazione dei prodotti. In questo senso molto c’è ancora da fare: basti pensare che oggi l’80% dei materiali utilizzati nell’industria non viene recuperato o riciclato. Per favorire l’economia circolare, secondo il Coordinamento FREE, sono necessari:
– idonei incentivi fiscali;
– nuove norme contro l’obsolescenza programmata;
– recupero dei sottoprodotti delle lavorazioni;
– sostituzione di parti degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

2. Rafforzare l’economia green in Italia
Per questo obiettivo il Coordinamento FREE propone di lanciare un nuovo programma “Industria 2030”, che veda coinvolte le imprese, le Università, il CNR ed Enea per definire una politica industriale incisiva per i comparti dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili, della mobilità sostenibile e della biochimica, attraverso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative.

3. Carbon Tax
L’introduzione di una Carbon Tax, favorita dall’attuale basso prezzo del petrolio, risponderebbe alle indicazioni previste dalla delega fiscale.

4. Far decollare la mobilità elettrica
La mobilità elettrica va sostenuta per ridurre le emissioni di Co2 e, quindi, per migliorare le condizioni ambientali locali, ma soprattutto per creare una nuova filiera industriale. Occorre, per raggiungere questo obiettivo, aumentare marginalmente la fiscalità per i veicoli più inquinanti e destinare gli introiti al sostegno dei veicoli a basso impatto di inquinamento, promuovendo la diffusione di punti di ricarica sia nelle imprese che nelle abitazioni.

5. Puntare sulla riqualificazione spinta del parco edilizio
Per riqualificare il parco edilizio italiano bisogna agire innanzitutto rilanciando le politiche di efficienza, attivando idonei strumenti finanziari e creando una filiera industriale che intervenga con approcci innovativi e mirati. Accanto a questo vanno rimodulati sia il Conto termico che i TEE, che potrebbero incentivare investimenti privati e rimettere in moto anche il settore delle costruzioni.

6. Mettere a valore il patrimonio forestale italiano
Paradossalmente negli ultimi 60 anni la superficie del nostro territorio adibita a foreste e boschi è passata da 5 a circa 11 milioni di ettari, occupando 1/3 del nostro Paese. Ma questo sviluppo non è frutto di una strategia mirata, ma semplicemente dell’abbandono. Il patrimonio boschivo può diventare una preziosa risorsa per l’economia italiana con la gestione attiva della superficie forestale e con lo sviluppo delle filiere produttive legate alla lavorazione del legno per l’edilizia, l’arredamento, la produzione di energia rinnovabile, la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, la protezione e la prevenzione del dissesto idrogeologico.

7. Promuovere un nuovo mercato elettrico
Occorre abrogare le attuali normative, che non consentono di stipulare contratti bilaterali di qualsiasi durata, definendo nuove forme contrattuali che prevedano le garanzie consuete per la risoluzione anticipata. La costituzione, invece, di aggregatori della domanda consentirebbe di superare la diffidenza dei venditori e dei compratori verso impegni a prezzi fissi per un lungo periodo e rappresenterebbe una scelta in linea con il New Deal for Europe’s Energy Consumer, favorendo l’attuazione della demand response.

8. Semplificare le rinnovabili
Bisogna trasformare radicalmente il sistema energetico attuale per rispondere al cambiamento climatico in atto, puntando tutto sulla generazione da fonti rinnovabili, con:
– un nuovo sistema di sostegno a “incremento di costo zero” per gli impianti di piccola e media taglia per le PMI e per le famiglie, privilegiano l’efficienza e l’autoconsumo;
– la microgenerazione da biogas da agrozootecnico e biomasse solide, integrandole nei processi produttivi;
– l’efficientamento dell’attuale parco di produzione di energia da fonti rinnovabili;
– nuovi meccanismi di autorizzazione, più semplici;
– un meccanismo più potente dei SEU;
– l’utilizzo dei crediti di imposta per gli interventi di efficientamento energetico.

9. Semplificare la microcogenerazione
Occorre semplificare gli aspetti burocratici per l’installazione di impianti di microcogenerazione con idonee politiche che rispettino le Direttive Europee:
– rendere obbligatorio l’impiego di impianti di cogenerazione ad alto rendimento nel nuovi progetti edilizi o in quelli di recupero e riqualificazione degli esistenti;
– prevedere un metodo standard per il rilascio dei TEE che prescinda dai singoli casi:
– applicare anche a questi impianti la detrazione fiscale del 65%;
– abolire l’officina elettrica, il contatore fiscale, il registro delle misure di energia elettrica e l’accisa sull’energia prodotta.

10. Valorizzare gli impianti rinnovabili esistenti
Se opportunamente valorizzato e rinnovato, il patrimonio attuale degli impianti di rinnovabili può continuare a produrre energia ad un costo minore e ad un basso impatto ambientale, limitando la necessità di nuove installazioni di impianti.
La normativa dovrebbe, quindi, favorire i vecchi impianti, eliminando i divieti imposti dallo “spalmaincentivi volontario” e semplificando le procedure di autorizzazione.
 

[Scarica il documento con le 10 proposte del Coordinamento FREE]

 

 

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